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Nel 1632 il Vesuvio da appena un anno è tornato   alle sue  furibonde eruzioni dopo secoli  di letargo,  un    viaggiatore  francese   di  straordinaria    sensibilità  - Jean - Jacques  Bouchard, affacciandosi dai Camaldoli sull'intricato territorio sottostante - laghi, colline, crateri, spiagge e fumarole annota che  nelle otto o nove  miglia che  si offrono  al   suo  sguardo incantato << se peut dire que dans le petit espace là est compres et  ren  fermé  tout ce que   l'Europe a de plus miraculeus et de plus magnifique, tant pour les  chose   naturelles,  que  pour les  artificieles >>. Questo piccolo spazio fin  dall'antichità è  stato  indicato con il nome   di  Campi  Flegrei.  La regione del fuoco, che da  << flego >> (bruciare), si esprime sempre più nel segno di ermeneutica ferocia che di  sibillini  abbagli. Cuma,   poniamo,  luogo  occulto  ai  vivi, sacro, inviolabile, esente da qualsiasi  possibilità  di  misure, oppure  l'Averno  sacro alle  divinità  della  morte, ancora   oggi  occhio   profondo  e  insormontabile   nelle  sue  difese   di  canneti e  di  rifiuti  accumulati  dal nostro tempo blasfemo. Molti  altri luoghi di questa dimensione mitica restano oggi soltanto nella memoria: la << grotta del cane >> ai bordi del lago di Agnano e il lago stesso, prosciugato  per  dar spazio a   cavalli e  scommesse,  il <<ponte di Caligola>>  sepolto sotto il cemento del molo di Pozzuoli, le ville di Baia risucchiate dal mare,  il villaggio di Tripergola che   nella  notte  del 29  settembre 1538  fu  sepolto  da   un monte -  Monte Nuovo,  appunto - saltato fuori dalle viscere del segreto proprio come  un' isola  che si affaccia improvvisamente sul mare spinta e accresciuta dal fuoco e dal magma.

Terra di miti e di magie, di oracoli e di addii, discese agli inferi e presenze demoniache sotto forme bestiali e ripugnanti. Venti di zolfo e di  estenuanti fragranze in boschi ninfei  sacri ai piaceri di Venere, ma ebbrezze ed oblio per il frutto delle vigne al  limite di acque abitate da ninfe ben note a Seneca e a Boccaccio. E si potrebbe a lungo  continuare in questo   repertorio che non conosce dialettiche  manichee, scomparti  della   dolcezza e  della crudeltà, stazzi del buono e del bello, se non  si   dovesse dar  notizia di un'opera  che appunto cerca di guidare il lettore, con scritti  ed immagini, nelle stanze  anche più segrete o meno   frequentate, di  questo affabulante  magazzino dell' << antico e del curioso >> , per riprendere il binomio seicentesco a indicare i prodigi  della natura  e i segni  altrettanto   prodigiosi  lasciati dall' uomo  nei trenta secoli da qui trascorsi in questa terra del fuoco.


Campi Flegrei è una pubblicazione di forte impegno editoriale realizzata  nella  stessa  veste grafica adottata per il volume Vesuvio curato da Atanasio Mozzillo, e per la Napoli Antica di Raffaele d'Ambra. Libri   d' arte,  per la  sterminata  ma  selezionata  mole   di  riproduzioni in bianco e nero e a colori; ma anche opere di  solido impianto  scientifico affidate a studiosi di alto prestigio, nonchè di  una sperimentata  professionalità che consente di rivolgersi anche a quegli non proprio addetti ai lavori.
E' perciò che Campi Flegrei  è  stato affidato alla   cura  di Giancarlo  Alisio,  ordinario  di Storia dell'Architettura  nell'Ateneo Napoletano Federico II.  L' amour-passion   che Alisio da sempre ha sentito per Napoli, fa da supporto a una rigorosa disciplina di metodo e di ricerche. Conferisce alle  sue  pagine  e  a   quelle dei  collaboratori  da  lui  scelti,  una    capacità  di   comunicazione  e di implicazione pari se non superiore a quella delle immagini che corredano il volume.

GEOLOGIA, VULCANOLOGIA, MITOLOGIA, ARCHEOLOGIA, STORIA LETTERATURA E POESIA, GUIDE, VIAGGIATORI E ICONOGRAFIA.